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La Ville Lumière si concede una collettiva fotografica Sotto il sole che racconta la voglia di liberarsi da limiti, consuetudini, vestiti e inibizioni
La voglia di liberarsi da limiti e consuetudini, insieme ai vestiti e le inibizioni, è in mostra con disinvolta eleganza e tutto il coraggio della poesia, tra ombre intriganti e quel pizzico d'ironia giocosa che dovrebbe illuminare la vita, come fa con la selezione di scatti Au soleil. Sogni a occhi aperti e ai sali d'argento, che sperimentano con il colore e le emozioni, scattati nel corso del tempo da veri maestri e nuovi talenti, rappresentati e chiamati appositamente per questa mostra dalla Galerie Agathe Gaillard di Parigi.
Sotto il sole che scalda lo sguardo, non rinfrescano neanche le folate di vento indiscrete che alzano le gonne a Rio de Janeiro con Édouard Boubat. Stessa cosa per le ombre che accarezzano le forme femminili di Vincent Godeau, o quelle che si baciano negli scatti di Hiro Matsuoka. Chi crede nei sogni del giusto, riposa però nel Messico di un cantore di bellezza come Manuel Álvarez Bravo. Il poeta rivoluzionario mai piegato al consenso, diventato il più grande rappresentante della fotografia latinoamericana del XX secolo. Lo spirito libero in sintonia con quello di Agathe Gaillard e della sua galleria parigina, insieme a diversi colleghi del calibro di Henri Cartier-Bresson, André Kertész o Marc Riboud.
Sotto il sole che accarezza e rivela, lo sguardo delle donne che conta ben tre fotografe italiane, garantisce immersioni di grazia con Emmanuelle Bousquet e Valeria Gaia, affascinanti miraggi con Simona Latartara. L'immaginazione si lascia sferzare dall'energia di Colette Urbajtel, accarezza le forme del corpo con gli obiettivi di Erica Lennard e Giorgia Fiorio, quelle del paesaggio con Jennifer Abessira.
Una selezione che rende giustizia alla sensibilità femminile di Agathe Gaillard, alla guida della galleria dal 1975 al 2016, grazie a Fiona Sanjabi, alla direzione dalla riapertura nel settembre 2017, con un aspetto nuovo che ne lascia immutato lo spirito.
Alla collettiva estiva della galleria non serve neanche il costume, con Philip Heying che ci ricorda quanto può essere bello prendere il sole nudi, mentre i tuffi liberatori in piscina, con Jean-Philippe Charbonnier rinfrescano un po' lo sguardo. Il percorso espositivo sa comunque farsi strada tra generi e formati, senza precludersi alcun limite e possibilità, spingendosi dai bagliori dell'Iran di Alexandre Arminjon all'India assolata di Sean Lotman, fino all'origine della vita con le solarizzazioni di Marie-Paule Nègre. Tenete conto che questo è solo un piccolo assaggio, perché sotto il sole può succedere di tutto!
— Elle Italy, 30.07.2018
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